L'Appennino Tosco-romagnolo è un luogo rimasto fermo nel tempo nei suoi elementi umani, mentre la componente naturale la fa da padrona.
È un ambiente che si è andato spopolando nel corso degli anni. Dalla metà del Novecento in poi piccoli paesi di contadini, dediti all'agricoltura e all'allevamento, sono lentamente scomparsi.
Uno di questi, Castiglioncello, arroccato su un colle sulle rive del Santerno, porta ancora le vestigia del tempo che fu.
Il borgo fantasma di Castiglioncello, infatti, è un vecchio paese di origine medioevale che sorge sulla collina di fronte al corso del Santerno, abbandonato oramai dal secondo dopoguerra.
Le rovine di Castiglioncello
Per raggiungerlo, dovete recarvi alla Cascata di Moraduccio, una delle spiagge d'acqua dolce simbolo di
weBeach - Emilia Romagna, e una volta giunti al ponte pedonale sul Santerno, invece di scendere sulla spiaggia, proseguite dritto lungo il sentiero. In circa 30 min di cammino sarete a destinazione.
La cascata
Nato nel Trecento come punto di frontiera fra Firenze e Bologna, ebbe il suo massimo sviluppo nel XV secolo e rimase rilevante fino all’Ottocento. Poi un lento declino: già nel 1833 l’abitato contava appena 63 residenti, nel 1931 erano 64.
Castiglioncello morì lentamente e oggi potete passeggiare tra i suoi affascinanti ruderi, tra i quali svetta il campanile della chiesa, in un’atmosfera sospesa, vagamente malinconica, misteriosa.
Potete fare una sosta al Ristorante La Cascata [tel: +39 055 816198, Frazione Moraduccio, 8 - Firenzuola (FI)], un locale di sostanza, a gestione familiare: primi piatti casarecci, ottimi arrosti e prezzi proporzionati.
Proseguite quindi lungo il corso del Santerno fino a raggiungere il piccolo borgo di Castel del Rio (BO). Poco più di mille anime presidiano questo angolo di Romagna con una storia millenaria: le origini dell’insediamento sono addirittura celtiche, risalgono al V sec a.C.
Le acque del Santerno
I grandi monumenti che contraddistinguono il paese sono però cinquecenteschi: il Palazzo Alidosi e il Ponte Alidosi, dal cognome della famiglia nobile feudataria del territorio, sono due opere del Rinascimento fiorentino piuttosto ambiziose.
Il Palazzo, progettato probabilmente dal Bramante, non venne mai completato definitivamente. Il Ponte è monumento nazionale, con la sua classica forma arcuata a schiena d’asino. Da lì si gode di una visuale fantastica sulla spiaggia urbana sul Santerno, dove potrete rinfrescarvi e rilassarvi.
Tutto il centro storico è di origine medioevale, periodo di massimo splendore della cittadina, sorta originariamente come mercato sulle rive del fiume rispetto alla prima residenza nobiliare degli Alidosi, oggi un rudere ancora visibile conosciuto come Castellaccio, che troneggia sulla collina alle spalle del borgo.
Oltre alle tracce più visibili dell’antichità, Castel del Rio porta anche le cicatrici della Seconda Guerra Mondiale: in questa zona si era arroccata la Linea Gotica e l’occupazione nazista fu particolarmente aspra, con omicidi, deportazioni, scontri civili e ingenti distruzioni portate dai bombardamenti aerei. Il 27 settembre 1944 Castel del Rio fu il primo comune della provincia di Bologna liberato dagli Alleati.
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