L’Isonzo è stato, nel corso della Storia, un costante scenario bellico.
Un confine naturale sulle sponde del quale si sono combattute alcune delle battaglie più importanti del Vecchio Continente, non solo i celebri combattimenti della Prima Guerra Mondiale: nel 394 d.C. l’imperatore romano d’Oriente Teodosio sconfisse l’usurpatore Flavio Eugenio, ultimo baluardo del paganesimo contro il dilagare della religione cristiana, nella cosiddetta Battaglia del Frigido, inteso come il fiume Vipacco, un affluente dell'Isonzo oggi in territorio sloveno.
Poco meno di un secolo più tardi il re ostrogoto Teodorico sconfisse per la prima volta Odoacre, che si era proclamato Re d’Italia dopo la caduta dell’impero romano, nonostante questi lo avesse atteso sulle rive dell'Isonzo con diecimila soldati.
L'Isonzo nella Prima guerra mondiale
L’evento bellico per cui l’Isonzo è più noto, però, sono le dodici battaglie che devastarono la regione durante la Prima guerra mondiale.
Tra il 1915 e il 1917 oltre 300.000 soldati persero la vita sul fronte isontino.
Per due anni l’esercito italiano cercò di sfondare le linee austro-ungariche sull’Isonzo, la via più breve per puntare direttamente al cuore di un impero che, man mano che la guerra procedeva, sembrava sempre più vicino alla disfatta.
Le undici offensive condotte dagli italiani portarono però al guadagno solo di pochi chilometri di territorio.
Le cose cambiarono nel 1917: la rivoluzione russa e la conseguente chiusura del fronte orientale consentì all’esercito tedesco di intervenire in sostegno del proprio alleato.
Il supporto delle truppe germaniche, tatticamente e tecnologicamente più avanzate, fu decisivo: nella dodicesima offensiva, l’unica portata da parte delle forze tedesche e austro-ungariche, l’esercito italiano fu gravemente sconfitto, anche e soprattutto a causa dell’impreparazione degli alti comandi.
La sconfitta di Caporetto non costò solo una rovinosa ritirata di oltre 150 km e la perdita di una gigantesca fetta di territorio, ma anche il disastro per la parte di Friuli e Veneto attraversata dagli italiani in fuga e dagli invasori: saccheggi, incendi, eccidi quotidiani.
Oltre un milione di profughi cercò di fuggire, ma secondo alcune fonti furono meno di trecentomila i civili in grado di salvarsi.
L'Isonzo oggi
Oggi la regione di confine attraversata dallo scorrere dell'Isonzo ha completamente cambiato volto.
Di qua e di là dal confine sacrari, cimiteri di guerra, musei e resti bellici permangono a memoria degli eventi, ma il fiume è oggi un microcosmo di bellezza e un vero e proprio paradiso per i wild swimmers: una sorta di grande spiaggia d'acqua dolce per turisti, viaggiatori e avventurieri d'ogni tipo.
Uno scrigno di bianco, turchese e azzurro percorso da vibrazioni positive di grande entusiasmo e di voglia di natura.
Per conoscere i luoghi migliori per nuotare, avventurarsi alla scoperta di cascate nascoste o per avere un suggerimento su dove apprezzare la cucina locale, non perdetevi la guida weBeach - Friuli e Isonzo, nella sua nuova edizione interattiva e completa di tutte le informazioni turistiche di cui avete bisogno.