Settimo cerchio dell'Inferno, dove permangono sempiternamente le anime dei violenti contro Dio, la natura e l'arte. Qui scorre il fiume Flegetonte, un corso d'acqua di sangue ribollente che si produce in una spettacolare cascata che ancora oggi, cambiando il liquido che vi scorre in acqua, potete ammirare in Romagna, nei pressi del confine con la Toscana.
Come racconta Dante Alighieri nel XVI canto della prima parte della sua Commedia, infatti, la cascata del Flegetonte è identica a quella del torrente Acquacheta, uno dei corsi d'acqua che vanno a confluire nel fiume Montone.
"Come quel fiume c'ha proprio cammino
prima dal Monte Viso 'nver' levante,
da la sinistra costa d'Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l'Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d'una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell'acqua tinta,
sì che 'n poc'ora avria l'orecchia offesa"
Queste le parole utilizzate dal Poeta per descrivere il salto e il rimbombo della cascata del Flegetonte, dando con ben tre terzine grandissima rilevanza ad un luogo oggi non particolarmente conosciuto e remoto.
Il torrente Acquacheta, infatti, è lungo appena 13 chilometri. Nasce nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e si snoda per gran parte all'interno del medesimo. Nella piccola cittadina di San Benedetto in Alpe (FC), si unisce ad altri torrenti di simili dimensioni (il Rio Destro e il Troncalosso) per formare il fiume Montone, importante corso d'acqua romagnolo che percorre ben 140 km prima di sfociare nell'Adriatico.
Nel Medioevo, però, lungo il corso dell'Acquacheta si trovava l'antica strada di collegamento tra Firenze e la Romagna, lungo un'antica strada che nei secoli successivi è andata poi a perdersi. Ecco perché questi luoghi erano così familiari al Dante, che ebbe rifugio in questi luoghi dopo l'esilio dal capoluogo toscano.
Oggi il corso del torrente Acquacheta è costeggiato da una bella escursione di ca 2 ore di cammino su sentieri ben tenuti e numerose possibilità di sosta lungo il tragitto: ci sono diverse aree attrezzate e numerose spiaggette più o meno nascoste lungo l'abbondante corso d'acqua.
Il sentiero parte dal parcheggio di San Benedetto in Alpe (43.981995, 11.686187) - dove si trova peraltro una lapide che ricorda le terzine dantesche - e sale con costanza nella valle percorsa dall'Acquacheta per ca 5,5 km.
Al termine del tragitto, alla portata di tutti nonostante qualche salita di discreta pendenza, si raggiunge la sommità di un colle da dove si gode di una splendida vista panoramica sulla cascata raccontata da Dante: circa 70 metri di salto, tra levigate pareti rocciose.
Poche centinaia di metri dopo, il sentiero si apre in un ampio spiazzo antistante alla Cascata del Lavane, una più modesta ma altrettanto spettacolare cascata con un'invitante piscina naturale ai suoi piedi dove rinfrescarsi nelle calde giornate d'estate.
Con tutto il rispetto, Sommo Poeta: altro che sangue ribollente.