C'era una volta il Lago pliocenico del Valdarno Superiore: cinque milioni di anni fa la conca della valle delimitata dalla catena montuosa del Pratomagno e dai monti del Chianti era un grande lago di acqua dolce, che nella sua fase di maggiore espansione raggiunse la lunghezza di 40 km e una profondità superiore ai 100 metri.
La flora e la fauna del territorio non erano quelle che conosciamo oggi. I ritrovamenti paleontologici raccontano della presenza in Valdarno di ippopotami, rinoceronti, elefanti e antilopi nei fittissimi boschi sulle rive del primordiale lago.
La stabilizzazione dei corsi d'acqua come la conosciamo oggi è relativamente recente, risalente a circa 10mila anni fa, ma le tracce del passato preistorico permangono in conformazioni geologiche rare come le Balze del Valdarno, una delle tante, piccole cose che animano questo territorio multiforme.
Le Balze del Valdarno
L'Arno, il fiume più lungo della Toscana, e i suoi affluenti non sono infatti tutto quello che rimane dell'antico lago preistorico che bagnava il Valdarno: il loro corso infatti erode da migliaia di anni i depositi lacustri, dando vita a una formazione geologica nota come Balze del Valdarno.
Si tratta di rilievi di argille, sabbie e ghiaie stratificate, con pareti scoscese e brulle, che si alternano a profonde gole. Veri e propri pinnacoli color ocra che si estendono a perdita d'occhio nella zona alle pendici della catena montuosa del Pratomagno e nei comuni di Terranuova Bracciolini, Castelfranco di Sopra, Loro Ciuffenna, Pian di Scò e Reggello.
Per ammirare da un balcone panoramico naturale questa particolare attrazione del territorio, recatevi nel caratteristico, piccolo borgo di Piantravigne, che a dispetto del nome sorge su una collina coperta di uliveti.
Ci si arriva percorrendo, dall'uscita autostradale della A1 di Valdarno, la SP5 in direzione di Loro Ciuffenna (AR) e, prima di giungere in quest'ultima località, svoltando a sinistra lungo la SP1 e percorrendola per ca 7,5 km.
All'estremo opposto del paese rispetto alle indicazioni date, si trova un punto panoramico spettacolare (43.606965, 11.562833).
Le piscine naturali del Ciuffenna
Da Piantravigne, riprendete la SP1 e ritornate sui vostri passi in direzione di Loro Ciuffenna, uno dei Borghi più belli d'Italia, vera e propria chicca della vallata dell'omonimo torrente.
Il Ciuffenna e i suoi affluenti scorrono giù dalle pendici del Pratomagno, al riparo dei boschi di quercia e castagno: hanno acque cristalline e purissime, e formano bellissime piscine naturali sia nei pressi di Loro che risalendo la vallata dall'abitato verso la montagna.
Gli abitanti della zona sono soliti raccontare che dal Dopoguerra ad oggi il livello delle acque si sia drammaticamente abbassato nel corso degli anni, prosciugando o rendendo non più balneabili alcuni dei luoghi che le generazioni che hanno vissuto la propria infanzia fra i quaranta e i cinquanta anni fa popolavano quotidianamente, fra tuffi, schiamazzi e interminabili giornate passate sulle rive d'acqua dolce.
Tuttavia, molte di quelle polle sono tutt'ora esistenti: le modalità per raggiungere i più bei luoghi di wild swimming della valle del Ciuffenna sono descritte dettagliatamente in weBeach - Toscana.
La Pieve di Gropina
Proseguendo lungo la SP1 per ca 500 m dopo il bivio per Loro Ciuffenna, si troverà sulla sinistra un'indicazione per raggiungere la Pieve di San Pietro a Gropina, svoltando in via Raffaello Sanzio prima e in via Michelangelo poi.
Lasciate la vostra auto nell'apposito spiazzo sterrato che si trova all'ingresso della località Gropina (43.582713, 11.637288) e proseguite per poche centinaia di metri a piedi, fino a raggiungere l'edificio religioso.
La Pieve di Gropina è uno dei maggiori esempi dell'architettura romanica in Toscana, dove tra l'altro tale stile ha prodotto un limitato numero di esempi.
L'edificio sorge sul fianco di una collina che domina la parte pianeggiante del Valdarno, con una bella vista panoramica. Venne scelto come luogo di culto già in tempi antichi e la prima testimonianza risale al 774, in piena epoca longobarda. Scavi di circa mezzo secolo fa hanno permesso di ricostruire che, prima dell'attuale, sullo stesso sito vi era già una chiesa paleocristiana e una, appunto, longobarda.
L'edificio romanico, che amplia i precedenti, è di difficile datazione, ma le pietre della Pieve aiutano a collocare alcuni orizzonti temporali: sul campanile è incisa la data 1233, probabile data di fondazione di quella parte del complesso, mentre sul portale della chiesa si legge l'anno 1422, a simboleggiare un probabile intervento di restauro. Quello che vediamo oggi, quindi, è frutto di una costruzione avvenuta grosso modo tra il XII e il XIII secolo.
La facciata è semplice e spoglia, mentre nella parte esterna dell'abside si possono riconoscere alcuni temi tipici del romanico come il campanile distaccato e il motivo ad arcate cieche spartite da lesene.
L'interno è caratterizzato da grandi travi in legno a sorreggere il soffitto, ricche decorazioni raffiguranti temi biblici e un pulpito particolarmente notevole. Perdetevi ad analizzare i dettagli, come le figure scolpite nei capitelli che dividono la pianta basilicale della chiesa.
Per la sua importanza storica e artistica, la Pieve di Gropina è stata dichiarata monumento nazionale.