Scendendo il corso del fiume Serchio, dopo la confluenza con la Lima che arriva da est, si incontra il Ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano, un piccolissimo paese in provincia di Lucca, città dove poi passerà il corso del fiume prima di sfociare nel mar Tirreno.
Il Ponte della Maddalena è meglio conosciuto come Ponte del Diavolo.
Ora, se weBeach volesse riempire il proprio blog non dovrebbe fare altro che riempirlo dei tantissimi esempi di 'ponte del diavolo' in giro per l'Italia.
Solo per rimanere fra i territori esplorati dalla collana: c'è un Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli, raccontato in weBeach - Friuli e Isonzo; un ponte del diavolo è anche il Ponte Gobbo a Bobbio, in provincia di Piacenza, che potrete trovare in weBeach - Emilia Romagna o weBeach - Trebbia e Aveto; un altro ancora in provincia di Torino, di cui si è già parlato qui.
Il Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano
Quello di questo angolo di Toscana, però, ha qualcosa di unico: il ponte ha una classica architettura a schiena d'asino, ma con cinque arcate tutte di ampiezza diversa.
L'ultima fu costruita appositamente in epoca moderna per consentire alla ferrovia di passare sotto l'arcata sulla sponda in destra orografica del Serchio.
Pare che fu Matilde di Canossa, una delle grandi protagoniste del Medioevo italiano, a volere la costruzione del ponte per consentire ai pellegrini di raggiungere Lucca e proseguire sulla via verso Roma, ma se il ponte si è conservato fino ai giorni nostri lo si deve soprattutto all'intervento di rafforzamento e restaurazione promosso dal condottiero lucchese Castruccio Castracani dopo un paio di secoli dalla costruzione.
Castruccio non è solo un personaggio particolare e memorabile della storia toscana e italiana del Medioevo, ma anche uno degli involontari protagonisti degli approfondimenti di weBeach - Toscana legati alle spiagge d'acqua dolce di questo pezzo di regione.
Il Ponte del Diavolo: la leggenda di Borgo a Mozzano
Come ogni Ponte del Diavolo che si rispetti, anche questo ha la sua leggenda alle spalle, più o meno la stessa di ogni altra costruzione omonima: il capomastro di turno si accorge di non riuscire a concludere il ponte entro i tempi concessigli; stringe quindi un patto con il Maligno, accordandogli di chiamare a sé la prima anima che avrebbe attraversato il ponte in cambio della sua subitanea costruzione.
A Borgo a Mozzano ci si può rilassare ammirando il Ponte della Maddalena - ph. Sailko con licenza CC BY 3.0
Il buon capomastro, però, in accordo con l'astuto prete locale, escogita un piano per gabbare il satanasso: far passare un maiale per primo sul ponte, mandando al diavolo il piano del Diavolo.
Ma c'è anche un'altra leggenda dietro al nome di Ponte del Diavolo per il Ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano: la storia di Lucilla Mansi, una sorta di Dorian Gray toscana e al femminile.
Lucilla, bella nobildonna lucchese, aveva infatti un'ossessione: non voleva invecchiare. L'ossessione era talmente morbosa che quando vide comparire sul suo volto una ruga, uscì quasi di senno, prendendo a vagare per le campagne urlando e piangendo.
Calata la notte, la donna si trovò a passare per le vie di Borgo a Mozzano. Sul Ponte della Maddalena incontrò un giovane bellissimo, che le propose un patto: trent'anni di giovinezza in cambio della propria anima. Lucilla accettò.
Il giovane assunse dunque le sue vere sembianze: fatto il patto sotto mentite spoglie, si trasformò in Lucifero, portò la donna sul punto più alto del ponte e si impossessò della sua anima, gettando il suo corpo nel Serchio.
Niente paura, però, a voi non dovrebbe accadere nulla di male attraversano il Ponte della Maddalena. Dopo aver goduto della bella visita al ponte, potrete riprendere la marcia verso le tante spiagge di fiume che vi attendono lungo il percorso.
Lorenzo Calamai