L'Umbria è la terra natia di Francesco d'Assisi, ma non solo. Nei primi decenni e secoli dopo l'anno Mille, la regione fu pervasa dall'importante diffusione del monachesimo e dell'eremitismo nelle sue valli più recondite, fra le ombrose colline che delimitano la regione al confine con le Marche.
Il confine fra Umbria e Marche è punteggiato di abbazie e il territorio del Parco naturale del Monte Cucco ne è particolarmente coinvolto: tra i suoi boschi hanno trovato rifugio spirituale centinaia di monaci ed eremiti.
San Romualdo e San Pier Damiani sono i due nomi più noti, ai quali aggiungere quelli relativamente più conosciuti di Tommaso da Costacciaro e di Paolo Giustiniani.
L'esterno della Badia di Sant'Emiliano in Congiuntoli - ph. FAM1885 su licenza CC BY-SA 4.0
Per avere un quadro completo di questo affascinante fenomeno che unisce cultura, arte e natura, si propone un itinerario di visita di quattro complessi religiosi, tutti a poca distanza in auto l’uno dall’altro. Chi preferisce spostarsi a piedi o in bicicletta dovrebbe selezionare solo una parte del percorso, limitandosi alla visita di un paio di badie più contigue.
L'Itinerario dello Spirito
Il cosiddetto Itinerario dello Spirito del Parco del Monte Cucco parte nei pressi di Pascelupo (PG), piccola cittadina ubicata quasi sulla linea di confine con le Marche.
Il primo edificio da visitare è forse quello posizionato in maniera più suggestiva: si tratta dell’Eremo di San Girolamo (43.390777, 12.745590), che spunta straordinario su uno spuntone di roccia sopra la Forra del Rio Freddo, un piccolo paradiso del canyoning che abbiamo raccontato in weBeach - Umbria e Marche. L’eremo non è raggiungibile in auto, che va lasciata presso il borgo di Pascelupo, dal quale si gode comunque di un’ottima visuale sul complesso. Si raggiunge a piedi tramite il sentiero CAI 230 (classificato EE), ma l’interno non è visitabile. Tuttavia, la marcia di avvicinamento e il contesto naturale nel quale si trova l'Eremo rende la visita imperdibile.
Da Pascelupo, ripresa l'auto, ci si dirige quindi a Perticano e poi all’Abbazia di San Bartolomeo e Sant'Emiliano in Congiuntoli (43.415338, 12.781601), che si trova proprio dove passa il confine regionale fra Umbria e Marche.
L'edificio religioso sorge alla congiunzione (da qui il nome) tra il Rio Freddo e il fiume Sentino, che scorre verso Sassoferrato ed è uno dei protagonisti della sezione Marche della succitata guida weBeach - Umbria e Marche.
L'abbazia venne costruita nel 1143 per volere di papa Celestino II e si distingue per l’originale pianta con due navate asimmetriche, divise da pilastri ottagonali.
Oggi la chiesa, nel vasto spazio interno, ospita la riproduzione in dimensioni reali di un grande affresco di scuola giottesca il cui originale è conservato nella pinacoteca di Fabriano, dedicato alla Madonna del latte.
L'affascinante, spoglio interno dell'Abbazia di Sant'Emiliano in Congiuntoli - ph. FAM1885 su licenza CC BY-SA 4.0
Continuando sulla SP360 e superando l’abitato di Isola Fossara si incontra la Badia di Santa Maria di Sitria (43.451243, 12.751924), costruita da San Romualdo pochi decenni dopo l’anno Mille.
L’abbazia fiorì per cinque secoli, ottenendo terre e possedimenti, della quale venne però spogliata in seguito, fino a quando in epoca napoleonica non ne furono cancellati diritti e poteri acquisiti.
Posta in posizione naturale affascinante, la chiesa si distingue per le sue linee austere, tipiche del gotico e del romanico, costruita interamente in travertino. Per info sugli orari di apertura e visite guidate +39 328 2495427.
Piccola ma preziosa: la Badia di Santa Maria di Sitria - ph. Terensky su licenza CC BY 3.0
Ultima tappa dell'Itinerario dello Spirito è la visita all’importante Monastero di Fonte Avellana (43.471359, 12.726650), raccontato anche da Dante, che ne fu ospite, nel XXI canto del Paradiso.
Fondato poco prima dell’anno Mille, il monastero ebbe tale successo da essere frequentato anche da 5 futuri papi.
La struttura è complessa e formata da più edifici: la foresteria per l’accoglienza dei visitatori (dagli anni ‘60 trasformata in biblioteca con oltre 20mila volumi), la chiesa, l’eremo, lo scriptorium, il chiostro, la sala del Capitolo, la cripta.
Lo scriptorium è l’ambiente più rilevante: qui i monaci benedettini trascrivevano su pergamena antichi testi classici greci e latini, realizzando preziosi codici miniati che hanno portato fino ad oggi opere che altrimenti sarebbero andate perdute.
È possibile effettuare visite al monastero ogni giorno (lun-ven ore 10:00 - 11:00 - 15:00 – 16:00 – 17:00; sab-dom ogni 30 min dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:30) pagando un contributo di €2/persona.
Entrando al Monastero di Fonte Avellana- ph. RenioLinossi su licenza CC BY-SA 3.0
La copertina dell'articolo rappresenta il Monastero di Fonte Avellana (ph. RenioLinossi su licenza CC BY-SA 3.0)