Se conoscete la Versilia soltanto per le mondane località di mare, non avete scoperto ancora il meglio che ha da offrire questa zona della Toscana in termini di bellezze naturali.
Terminata la stagione delle giornata su sdraio e lettino, ma anche quella degli avventurosi tuffi nelle bellissime acque del torrente Serra, non ci rimane che affrontare un itinerario a piedi che ci porta direttamente al cospetto della nascita di questo corso d’acqua, fra cave di marmo e panorami che vanno dalla montagna al mare senza soluzione di continuità, per un picnic in altura.
Verso il monte Altissimo: come arrivare
Si percorre in auto tutta la valle del Serra, attraversando Seravezza, dove per l’appunto il torrente si unisce al Vezza per formare il fiume Versilia, e risalendo oltre le frazioni di Riomagno e Malbacco.
In questo punto troverete un parcheggio e un’indicazione di divieto di sosta lungo la strada che segue: una decisione del comune per gestire gli ingorghi e i parcheggi durante la stagione estiva, quando tanti ragazzi e ragazze si riversano sulle rive del Serra per trovare refrigerio e divertimento nelle belle spiagge di fiume che weBeach è pronta a raccontarvi nella guida sulla Toscana di prossima uscita.

Il torrente Serra regala angoli così
Niente paura, però, possiamo procedere ancora in auto fino a questo bivio, appena fuori dall’area di divieto di sosta permanente. Lasciamo qui la macchina a bordo strada, per proseguire a piedi lungo il sentiero che si apre a sinistra, con un segnavia CAI che indica il sentiero per La Polla.
A piedi verso la polla del monte Altissimo
Oltrepassate il cancello che sbarra la strada al passaggio delle automobili e proseguite sulla comoda strada bianca che sale con pendenze dolci e regolari a mezza costa, mentre sulla vostra sinistra lo strapiombo indica la presenza della gola in cui scorre il torrente.
L’ascesa dura circa venti minuti, ed è lunga poco più di un chilometro. Al termine del sentiero si raggiunge un largo spiazzo. Sulla destra c’è un edificio religioso: è la Madonna del Cavatore, una piccola cappella dedicata a chi su queste montagne ha perso la vita facendo il lavoro con cui queste valli e questi paesi inerpicati sulle Alpi Apuane hanno vissuto fino ad oggi.
Il marmo del monte Altissimo
Alzando lo sguardo verso la cresta dei monti di fronte a voi potrete vedere infatti i fianchi scavati, tagliati, mangiati dall’estrazione del marmo. Dalla Madonna del Cavatore, per i più audaci ed esperti camminatori, parte un sentiero che porta in cima al Monte Altissimo, la vetta che si staglia sulla conca dove vi trovate.

By Sailko - Own work, CC BY 3.0
Quella dell’Altissimo è una cava di marmo che risale al Rinascimento. Nel 1517 nientemeno che Michelangelo Buonarroti scoprì la pietra di queste montagne e ne rimase folgorato: era il miglior marmo che avesse incontrato, e convinse Leone X a promuoverne l’estrazione e il trasporto fino a Firenze, dove sarebbe andato a costruire la mai realizzata facciata della Basilica di San Lorenzo.

Xilografia della cava sull’Altissimo nell’Ottocento
A sinistra della Madonna del Cavatore, sotto una acacia, si trova invece un grosso tavolo rimediato alla buona da un blocco di marmo inutilizzato, con delle sedute apposite. Qui potete appoggiare lo zaino e godervi il panorama, l’aria pungente e il vostro pranzo al sacco.

Percorrendo poi il breve sentiero che dallo spiazzo passa accanto ad alcuni edifici in rovina e si inoltra in direzione del canalone di sfasciumi, potete raggiungere la sorgente del torrente Serra. Da un foro nella montagna, infatti, sgorgano le acque dolci del torrente. Il foro non è altro che l’entrata di una grotta artificiale, profonda circa 20 metri, dove nascono le acque che poi si trasformano, percorrendo impetuosamente il canalone che vedete addentrarsi nella roccia sotto di voi, splendide cascate, salti, polle dove divertirsi nei giorni d’estate.
Autore: Lorenzo Calamai